Un po’ di leggerezza all’arrivo della bella stagione: alcuni trucchi progettuali per realizzare una perfetta connessione funzionale e percettiva tra l’interno e l’esterno della casa.
di Nora Santonastaso
Arriva la bella stagione e cresce il desiderio di vivere gli spazi esterni in armonia ed equilibrio con il resto della casa. Foto © Unsplash / spacejoy
Con l'arrivo della bella stagione, cresce il desiderio di vivere gli spazi esterni e di abbracciare la natura che ci circonda. Questo desiderio di connessione con l'ambiente esterno si riflette anche nella voglia di trasformare i nostri ambienti interni, rendendoli più aperti e integrati con il paesaggio circostante. Il design degli spazi indoor può diventare uno strumento efficace per generare connessione e armonia tra uomo e natura, offrendo una soluzione che soddisfa non solo i nostri bisogni estetici, ma anche quelli più profondi legati al benessere, alla qualità della vita e alla sfera emozionale del nostro vissuto.
Immaginare un dentro strettamente legato a un fuori, progettando l’uno in perfetta continuità con l’altro, porta diversi risvolti positivi. Il primo - e più immediato - è l’ampliamento visivo dello spazio interno, percepibile attraverso un rinnovato e più cospicuo apporto di luminosità, ariosità e armonia.
Lo strumento progettuale più efficace e intuitivo per generare questo primo obiettivo di connessione consiste nell’introduzione di grandi aperture trasparenti, concepibili come veri e propri frame dai quali guardare e attraverso cui passare, a seconda del tipo di legame con lo spazio esterno che si desidera instaurare.
Ampie superfici vetrate disegnano le facciate e ampliano la percezione dello spazio dall’interno all’esterno. Foto © Unsplash / Étienne Beauregard-Riverin
Una superficie vetrata separa ma non divide in modo netto e perentorio e dunque lascia intuire una possibilità, una diversa interpretazione che, nel corso dell’anno e del susseguirsi delle stagioni, porta a vivere lo spazio interno ed esterno in un regime alternato di continuità e discontinuità.
Gli spazi interni possono beneficiare di un ampliamento percettivo verso l’esterno, immaginabile come una vera e propria estensione, sia estetica che propriamente funzionale, anche grazie all’uso di materiali analoghi per entrambe le aree. Legno, pietra e laterizi - per attingere al bagaglio della tradizione - o ceramica di nuova generazione possono realizzare pavimenti, pareti ed elementi estesi a tutta superficie senza soluzione di continuità, suggerendo persino la possibilità di fondere l’architettura con la natura circostante. In questo i grandi maestri dell’architettura che ci hanno preceduto hanno molto da insegnarci.
Le grandi aperture vetrate di cui dicevamo prima, per esempio, possono essere affiancate da pannellature in legno dalla partitura semi-trasparente, capaci di generare effetti di transizione e di modulare il passaggio tra interno ed esterno in maniera graduale e modulabile a seconda delle diverse necessità, stagionali e più genericamente funzionali.
Le pareti scorrevoli o chiudibili, vetrate o opache, possono dividere e mettere in relazione a seconda delle specifiche esigenze. Foto © Unsplash / Krystal Black
Un altro trucco progettuale per valorizzare la connessione tra dentro e fuori è la creazione di spazi il più possibile liberi da ingombri e la definizione di percorsi fluidi e flussi continui tra i diversi ambienti. L'eliminazione di barriere visive e funzionali come muri o partizioni rigide permette agli occhi di spaziare liberamente, creando una sensazione di ampiezza e connessione.
Porte scorrevoli e pareti mobili si dimostrano ottime alleate per perseguire questo obiettivo di continuità e armonia. Possono infatti essere chiuse ma anche aprirsi completamente per unire gli spazi interni con il giardino, il balcone o il terrazzo, creando un ambiente accogliente e versatile che si adatta alle esigenze e alle attività dei suoi abitanti.
Infine - e potrebbe essere scontato ma forse non lo è - alimentare il proprio pollice verde può raccontare l’esterno della casa anche mentre si è al suo interno. Portare la natura nei vari ambienti, lasciando che suggerisca cosa succede al di là della finestra, è già un primo buon segno di primavera.