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Il carattere sociale di un progetto di illuminazione

18 luglio 2023

Lo studio di lighting design di Susanna Antico firma il progetto di illuminazione dell’edificio della Stazione di Anversa, la Cattedrale dei Binari.

 

di Nora Santonastaso

 


Vista della facciata della Stazione di Anversa da Astrid Plein. Immagine © Benno Van den Bogaert


Luce. Completa l’estetica e la funzionalità delle nostre case e degli spazi, interni ed esterni, che fanno parte della nostra quotidianità. E disegna, senza che quasi ce ne accorgiamo in maniera diretta, le quinte urbane e gli spazi pubblici delle nostre città, rendendole più belle, scenografiche e facili da vivere a ogni ora del giorno e della notte.


Alla luce, quindi, possiamo attribuire con facilità qualità legate all’estetica e alla funzionalità. C’è però un’ulteriore qualità della luce che spesso rimane nell’ombra - perdonatemi per il gioco di parole, era inevitabile: è quella legata al suo aspetto sociale. Parliamo di questo - e di molto altro ancora, sempre a tema luce - con Susanna Antico, dell’omonimo studio internazionale di lighting design.

 


Susanna Antico


Susanna, esplorando il portfolio del tuo studio di progettazione, vedo che ti occupi, oltre che di progetti di illuminazione specifici, anche di Lighting Masterplan, ovvero di documenti che contengono le linee guida per la progettazione della luce alla scala territoriale e che delineano la possibilità di eseguire alcuni interventi coordinati e coerenti con la visione politica e sociale condivisa dall’amministrazione. I progetti del tuo studio per Anversa sono conseguenti a un Masterplan studiato per la città fiamminga?


Sì, il mio rapporto con Anversa e con la sua amministrazione virtuosa e aperta al nuovo nasce tanti anni fa e prosegue ancora oggi, con alcuni progetti recenti come quello per la Cattedrale e per la Stazione. Nel 2009 è stato infatti approvato il Lighting Masterplan, ovvero il Piano della Luce, al cui interno possono essere reperite le linee guida sulla scorta delle quali abbiamo sviluppato i nostri diversi progetti. In linea generale la città investe molto sul concetto di bellezza e di carattere scenografico dei suoi spazi e degli edifici che li racchiudono, anche in relazione alla specificità dell’architettura locale, che molto gioca con la monumentalità e la sorpresa dei chiaroscuri.

 


Ingresso alla Stazione di Anversa da Keyserlei. Immagine © Susanna Antico


Recentemente - l’inaugurazione risale al 4 maggio scorso - è stata completata la realizzazione della nuova illuminazione delle facciate della Stazione di Anversa, curata dallo Studio Antico. Il cantiere ha avuto tempi di svolgimento brevissimi, che hanno seguito una selezione di possibili progettisti tramite concorso in due fasi, conclusosi nel 2020. La realizzazione ha riguardato le tre facciate principali e ha escluso soltanto quella rivolta verso i binari. L’attuale veste dell’edificio, realizzato tra il 1895 e il 1905 sul luogo del precedente, si deve a Louis Delacenserie, architetto belga di Bruges. Tra il 1998 e i primi anni 2000 l’architettura, che versava in avanzato stato di degrado e rischiava la demolizione, venne ristrutturata e adeguata alle nuove necessità funzionali connesse al trasporto pubblico, trasformandosi da stazione di testata a stazione passante.

 


Installazione degli apparecchi sulla torre lungo Pelikanstraat. Immagine © Benno Van Den Bogaert


Con il nuovo progetto di illuminazione la Stazione - vero e proprio gioiello dell’architettura cittadina, conosciuta anche come Cattedrale dei Binari - torna oggi all’antico splendore e riveste anche un nuovo e inedito ruolo sociale, Susanna, ci racconti quale?


L’area della Stazione, ad Anversa, è abbastanza problematica e questo, come immaginabile, è in linea con quanto avviene nelle altre città europee. L’utenza dell’edificio è varia, cospicua e frammentata e questo, nelle diverse ore del giorno e soprattutto della notte, può causare situazioni di possibile rischio. Illuminare un edificio, come quello della Stazione, che si affaccia su una grande piazza ed è in immediata connessione, visiva e spaziale, con altri luoghi di interesse (lo Zoo, molto conosciuto e frequentato, e la Koningin Elisabethzaal) vuol dire valorizzare non solo l’edificio, ma anche lo spazio su cui si affaccia. In questo senso possiamo parlare di aspetto sociale della luce, ovvero di strumento architettonico che, travalicando le qualità esclusivamente architettoniche, funzionali ed estetiche, diventa vero e proprio punto di partenza per una possibile riqualificazione del luogo e delle attività che in esso si svolgono nei diversi momenti della giornata. La piazza della Stazione, forte della nuova illuminazione dell’edificio che la domina, non è più, quindi, solo spazio di passaggio, ma vero e proprio luogo in cui stare.

 


Parte superiore della facciata della Stazione di Anversa lato Zoo. Immagine © Benno Van Den Bogaert


Che tipo di illuminazione avete utilizzato per dar vita al progetto? Esistono delle accortezze per far andare d’accordo ciò che serve per enfatizzare gli aspetti architettonici e decorativi dell’edificio con ciò che si vuole ottenere in merito alla sicurezza del luogo?


Il progetto ha privilegiato un’illuminazione di tipo verticale, che ha consentito sia di evidenziare le specificità dell’edificio della Stazione e il suo carattere monumentale, sia di definire un intorno ben illuminato e sicuro sul piano della percezione. L’illuminazione verticale, infatti, non è abbagliante e consente di vedere controluce, rassicurando chi ne fruisce. L’intervento sulla Stazione, inoltre, prelude a quello, più ampio, che vede nell’immediato futuro la riqualificazione dello spazio pubblico della piazza antistante.

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