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La diversità è meravigliosa

19 luglio 2022

L’allegria delle curve trasmette un messaggio di fondo: è fantastico che siamo tutti diversi dagli altri. 

 

Traduzione da un articolo di Barbara Jahn

 


Cambiamento sociale. L'Anandaloy di Rudrapur apre la strada al futuro, come opera architettonica e istituzione. © Kurt Hörbst

 

L’architettura come strumento per migliorare la vita: con questa convinzione l’architetto tedesco Anna Heringer ha progettato Anandaloy a Rudrapur, in Bangladesh, centro per persone con disabilità e piccolo atelier per la produzione di tessuti equosolidali chiamati "Dipdii Textiles". Costruito con materiali locali come l’argilla e il bambù e una buona dose di lavoro manuale, esprime la filosofia di vita dell’architetto tedesco, per cui un edificio è molto più di una semplice struttura, bensì un vero e proprio catalizzatore per lo sviluppo locale di una regione. Il budget viene ridistribuito agli agricoltori e agli artigiani locali per la realizzazione di progetti successivi. Anna Heringer ha già acquisito molta esperienza con i cinque precedenti progetti a Rudrapur, tra cui la scuola METI: un processo di apprendimento costante, portato avanti con successo.

 


Ad Anandaloy il legame con la terra è forte. © Kurt Hörbst

 

La particolarità di Anandaloy è che invece di affidare la direzione dei lavori ad una ditta tedesca, si è avvalsa di un'impresa di costruzioni locale. Inoltre, alla realizzazione del progetto ha preso parte una squadra di lavoratori del fango e del bambù del villaggio, tra cui alcuni disabili. La condivisione delle conoscenze è stata al centro dell’attenzione di Anna Heringer, così come rendere visibile la disabilità, che in Bangladesh tutt’oggi è vista come una punizione o la conseguenza di un karma negativo in una vita precedente. L’inclusione di persone con disabilità fisiche o mentali, che sarebbero altrimenti lasciate sole, in mancanza di luoghi di terapia e cura disponibili, è quindi un elemento fondamentale dell’intero progetto.

 


Curve inedite nell’architettura in questa regione mostrano ancora una volta un approccio innovativo di Anna Heringer. © Studio Anna Heringer

 

Al progetto di un centro terapeutico si è aggiunta l’idea di creare un atelier di sartoria, e con esso un ulteriore piano per l’edificio. Anna Heringer ha così offerto un rimedio efficace contro la migrazione dalle campagne in città e allo stesso tempo un’opportunità per le donne di trovare lavoro nel proprio villaggio. Come ha sottolineato lei stessa, “l’idea non era solo di fornire alle persone con disabilità un’opportunità terapeutica, ma anche quella di apprendimento e lavoro in questo edificio e di essere coinvolte nella comunità. Tutti hanno bisogno di sentirsi necessari”.

 


Inclusione. Ad Anandaloy, le persone con disabilità hanno la possibilità di dimostrare che anche loro, anzi, soprattutto loro, sono una componente preziosa della società. © Kurt Hörbst

 

Per trasmettere all’esterno il concetto del design come segno visibile dell’inclusione, è stata edificata una grande rampa che si snoda fino al primo piano. Questo gesto architettonico ha sollevato molti interrogativi tra la popolazione: perché è importante garantire l’accesso a tutti, sani o meno? I dubbi e forse anche le riserve suscitati da questo nuovo accesso sono stati presto dissipati. Anna Heringer non aveva né gli uni né le altre per quanto riguarda la scelta del materiale da costruzione. Ha scelto deliberatamente l'argilla e le sue proprietà plastiche per rafforzare il senso di identità, sebbene venga spesso vista come un materiale scadente e antiquato. “Per noi non è importante l’età del materiale. Ciò che conta è la nostra capacità creativa di usarlo in modo contemporaneo. Per mostrare la bellezza e le potenzialità dell’argilla, bisogna tirarne fuori il meglio e non limitarsi a trattarla come una versione più economica del mattone”.

 


Potenziale. Anna Heringer valorizza l’argilla come materiale da costruzione versatile, sostenibile e innovativo. © Stefano Mori

 

L’edificio di Anandaloy infrange i tabù sotto ogni aspetto: non si conforma, né in termini di contenuto né di forma. Le curve costruite con la tecnica dell’argilla detta “cob” parlano chiaro. A differenza degli altri edifici della zona, costruiti a pianta rettangolare, l'edificio di Anandaloy si allontana da questa forma. Come in una danza, la rampa si snoda giocosamente intorno alla sua struttura interna.

 


Autentico. L’Anandaloy è strettamente legato al territorio attraverso i materiali locali, l’argilla e il bambù. © Stefano Mori

 

La strategia di tutti i progetti di Anna Heringer, sia nel contesto europeo che in quello asiatico o africano, è sempre di combinare l’utilizzo di materiali e fonti energetiche locali, inclusa la manodopera, con il know-how globale. Un impegno premiato dall’European Prize for Architecture Philippe Rotthier nel 2021.

 


Potere alle donne. Nell’atelier di sartoria, le donne della regione conquistano un po’ di indipendenza e di fiducia in se stesse attraverso il lavoro realizzato con le proprie mani. © Günter König

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